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17.5.12

ALBA ROSA A ISTAMBUL



Tutto ha inizio in un letto, ma non è la descrizione di una novella
erotica.Quando inizia, l’amore è gia’ finito, e la protagonista non 

è una donna, ma la luce delle prime ore del mattino nella citta’ piu’
 bella del mondo.

Lei dorme idealmente al mio fianco, di un sonno leggero.
Da una finestra decorata entra la luce del mattino.
È presto, il cielo ancora non è azzurro, è rosa.
La notte , è già assente.
Mi siedo sul letto, come a guardare il silenzio.
In una città chiassosa come Istanbul quando i rumori si fermano il silenzio è così presente da farsi concreto.
Si può vedere e toccare. Per questo il primo mattino è uno dei momenti in cui a Costantinopoli non è più semplicemente bella.
Diventa incantevole.

Ciò che la rende una città unica è il cielo, perchè Costantinopoli è la città dei tre cieli.
Altrove esiste un solo cielo, che nelle diverse ore del giorno cambia colore; qui un cielo lascia spazio a un altro, ognuno con una sua distinta personalità e propri sentimenti.
C’è quello rosa del primo mattino, dolce e tuttavia misterioso, che ruba al nuovo giorno i segreti della notte; quello azzurro e vitale delle ore diurne:
è il cielo dell’allegria, del mare, del traffico; e poi c’è quello infuocato del tramonto, un cielo passionale e malinconico come un innamorato che sa di non essere ricambiato.
La notte non ha cielo, perchè i cieli di Istanbul di notte dormono.
È il momento in cui il silenzio si fa concreto.
Il silenzio è così bello che non riesco ad alzarmi. E ora, dalla finestra,
non entra più soltanto la luce rosa del primo mattino: si unisce il canto dei muezzin che richiamano i fedeli alla preghiera.
Questo dolce suono non disturba il silenzio, lo esalta.
Questo canto, è un indistinta melodia che sembra provenire dal un lontano passato, che non esiste più.
Invece è reale, sta avvenendo nel tempo presente e proviene dalla Moschea Blu.

È la moschea più vicina alla casa dove sono ospite non-straniero.
Ieri mi e stata mostrata dalla terrazza sul tetto.
Ricordo di essere rimasto senza fiato per l’emozione: da qualunque angolo la guardo, la Moschea Blu è bellissima.



Il canto durerà alcuni minuti.
Mi stringo nel pensiero a lei, nella sua bellezza imperfetta nel suo carattere e chiudo gli occhi, in ascolto. La città ancora dorme, il sole non ha fretta di sorgere.

In questo abbraccio, che fa incontrare la sensualità di due persone ad una tale distanza con la solennità di un canto religioso, sta la vera anima di Istanbul: una città di contrasti, colori ed emozioni, dove sensualità e solennità convivono senza alcuna competizione, come se l’una non potesse esistere senza l’altra.


Quando termina il canto, mi alzo.
Costantinopoli è così bella che perdersi è un indulgere nei propri piaceri. Attraverso con i miei occhi dai tetti della casa , una città che ancora dorme, immersa nei sogni più reali, quelli che precedono il risveglio. Sono pervaso da una piacevole senzazione di liberta’ e di Amore.

Antonio Sicignano
L’ Alba Rosa di Istanbul