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2.11.00

WLADY LUSSURIA


Maria Antonietta Garofalo:
Cara Laura,qualche giorno fa ti ho mandato
un messaggio su un futuribile gruppo di
donne pensato da Anna Santoriello e dalla
sottoscritta.Il tuo silenzio mi fa pensare
:a) non hai letto il messaggio,
b) non ti interessa,c) non ci credi.
Qualunque sia il tuo parere,dammi risposta.
Lo so,sono una donna di partito,schierata
con i comunisti,per cui se il gruppo non
dovesse interessarti per queste ( è una
ipotesi) lo cedo volentieri,senza rancore,con
amicizia.
Dammi cenni della tua presenza.
Un saluto

.
.
.

Laura Picchetti
Oggi alle 18.39
.
Veramente devo dire
che io ricevo molte
richieste di adesione
a gruppi, ma siccome sono solo quindici giorni
che sono entrata in questo facebook, e ancora devo
capire a che serve una adesione ad un gruppo ....per
me che ..non esco di casa, ma mi limito ad esprimere
le mie convinzioni cliccando su queste pagine...
generalmente le ignoro....ma non perchè non
ritenga giuste alcune .....solo perchè non
ho capito a che servono..se me lo spieghi
.....magari....

Maria Antonietta Garofalo Oggi alle 18.45

Questo vorrebbe essere nelle intenzioni,un gruppo
che si prefigge di unire donne che hanno la volontà
di proporre nuove strategie atte a far sentire la
loro voce in tutti gli ambiti.
Il nome allude tanto al pensiero quanto ad un cauto
sorriso nella speranza di un possibile cambiamento
culturale.
Purtroppo in Italia più che nel resto dell’Europa,
le donne hanno raggiunto la cosiddetta parità solo
sulla carta………nonostante si sia istituito un Ministero
apposito per le pari opportunità.
Nel nostro Paese si sta assistendo ad una crisi senza
precedenti e chi ne paga le conseguenze dirette sono
le proprio le donne. Le prime ad essere lasciate a casa
dal lavoro in caso di crisi aziendali, quelle che più si
barcamenano per arrivare alla fine del mese……..quelle
che a parità di competenze percepiscono salari più bassi
.quelle che hanno maggiori responsabilità in casa ed
in famiglia…L’ultima trovata è quella di aumentarne
l’età pensionabile.
Non possiamo stare zitte di fronte allo scempio che si
sta consumando nel nostro paese sempre più orientato
alla discriminazione,allo smantellamento dei diritti
umani,della libera informazione,dello stato sociale.
Non vogliamo con questo discriminare gli uomini (già
in crisi irreversibile!) ma solo far capire che in un
Stato proclamato Democratico in cui tutti i cittadini
sono uguali davanti alla legge, le donne non lo sono. Disobbediamo,ribelliamo,riprendiamoci gli spazi per
urlare la rabbia,il dolore per quello che sta accadendo
nel nostro bel Paese.
Le donne sono diverse dagli uomini, una diversità che
le accomuna in una “sorellanza”, non importa quale sia
la causa da portare avanti, al di la dell’appartenenza
a questo o a quel partito. Citiamo solo alcune “donne
in nero” contro la guerra, donne de la plaza de Majo......
Apriamo dunque il confronto con le altre sorelle e
mobilitiamoci.

Anna Santoriello
Maria Antonietta Garofalo
PS Il confronto potrebbe servire per ascoltare Sogni
e Bisogni.



Laura Picchetti Oggi alle 18.54
io adesso questo tuo discorso lo SPALMO in prima pagina
sul mio blog delle donne...ma non servirà a molto ...
perche' di donne che leggono su internet ce ne sono
pochine......se volete comunque potete usare questo blog
per ritrovarvi e parlare.


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Biografia:
Iniziò la sua carriera nella città natale, dapprima organizzando feste ed eventi culturali, poi esibendosi con i suoi primi spettacoli dal vivo alla Taverna del Gufo.
Nel 1985 si trasferì a Roma, dove si laureò in Lingue e letterature straniere con 110 e lode.
Sempre a Roma, iniziò contestualmente la carriera cinematografica, recitando in parti che facevano perno sulla sua ambiguità sessuale. Nel 1991 ottenne la sua prima parte in un film, Cena alle nove, diretto da Paolo Breccia. Dopo questo debutto, recitò in altre otto pellicole.
Nel 1993 entrò nel movimento per i diritti della comunità GLBT (gay, lesbica, bisessuale e transgender) e assunse la direzione artistica del Muccassassina, un evento settimanale di riferimento per la comunità LGBT, organizzato dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli.
Negli anni successivi Luxuria intensificò la propria attività politica e civile, collaborando con diversi quotidiani e network radiofonici, fra cui: l'Unità, Liberazione e Radio Capital.
Frequenti sono state le sue presenze prima al Maurizio Costanzo Show su Canale 5 e poi alla trasmissione Markette su La7, della quale è tuttora editorialista.
Fu tra gli organizzatori del primo Gay Pride che si tenne a Roma il 2 luglio 1994 e al quale parteciparono circa diecimila persone.

Genere
Luxuria si autodefinisce transgender, perché non riconducibile al sesso femminile né a quello maschile; in ogni caso ritiene più adeguato l'uso di pronomi e aggettivi femminili, nell'indicare la sua persona.

Luxuria non si riconosce invece nella parola transessuale, perché non ha mai "cambiato sesso" mediante operazione chirurgica, né ha mai pensato di farlo concedendosi solo un intervento di elettrocoagulazione per inibire la crescita della barba e in seguito, nell'aprile del 2007, una rinoplastica con intervento estetico (per problemi di respirazione) ed una mastoplastica al seno.
« Si tratta di un adeguamento di genere. Adeguo la mia esteriorità alla mia interiorità" »
Tuttavia la legge 164/1982 prevede la rettificazione di attribuzione di sesso "diverso da quello enunciato nell'atto di nascita" solo "a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali" (primari), pertanto Luxuria all'anagrafe risulta ancora appartenente al genere maschile. Considerati i problemi e gli imbarazzi che questa situazione può generare, Luxuria auspica che la legge venga rivista, prendendo esempio dalla legislazione tedesca (legge 10.9.1980, n. 1654)
L'ingresso in politica
La sua candidatura ha suscitato perplessità nei settori moderati e cattolici dell'Unione, in particolare nell'UDEUR, dove Clemente Mastella ha definito Luxuria come «una ridicola Cicciolina»[4]. Un evento noto è il violento alterco con la parlamentare Elisabetta Gardini di Forza Italia in merito all'uso del bagno femminile (in seguito dallo schieramento della Gardini è giunta la proposta di creare un bagno ad hoc [5]).
A Guidonia, durante una conferenza stampa per la campagna elettorale, ha subìto, oltre ad attacchi e striscioni offensivi, anche a lanci di finocchi da parte di un gruppo di manifestanti, tra cui Cipriani e Lombardo, due ex-consiglieri di Alleanza Nazionale di Guidonia.
Alle elezioni politiche del 2006 Vladimir Luxuria ha ottenuto il primo mandato parlamentare, ottenendo l'elezione alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Lazio 1, come indipendente nella lista di Rifondazione Comunista.
Dal 6 giugno 2006 fa parte della VII commissione (cultura, scienza e istruzione).
Il 28 maggio 2007 a Mosca, durante una manifestazione di protesta, Luxuria e l'eurodeputato radicale Marco Cappato sono stati aggrediti, assieme ad altri esponenti politici russi ed esteri, da un gruppo di nazionalisti ed ultra-ortodossi, mentre tentavano di consegnare al sindaco di Mosca una lettera, firmata da vari europarlamentari, per chiedergli di autorizzare il Gay Pride.
Perde il mandato alle elezioni politiche del 2008.

Altre attività
Nella sua carriera di showgirl ha anche condotto, insieme a Valeria Bilello, il programma televisivo One Shot Evolution, basato sulla rievocazione musicale e culturale degli anni ottanta, in onda su All Music.
Nel maggio 2007 ha pubblicato il suo primo libro Chi ha paura della Muccassassina edito da Bompiani che racconta la sua vita, da Foggia a Montecitorio.
Nel 2008 partecipa alla sesta edizione del reality show di Rai Due L'isola dei famosi.
Filmografia
Cena alle nove, regia di Paolo Breccia (1991)
Come mi vuoi, regia di Carmine Amoroso (1996)
Tutti giù per terra, regia di Davide Ferrario (1996)
Sono positivo, regia di Cristiano Bortone (1998)
La vespa e la regina, regia di Antonello De Leo (1999)
Guardami, regia di Davide Ferrario (1999)
Ponte Milvio, regia di Roberto Meddi (1999)
Ogni lasciato è perso, regia di Piero Chiambretti (2000)
Mater Natura, regia di Massimo Andrei (2005)
Vladimir Luxuria nasce a Foggia il 24 giugno 1965
Nella sua città natale comincia a organizzare feste nella prima (e unica) discoteca trasgressiva, il “Dirty Dixy Club”. Tiene i suoi primi spettacoli dal 1982 sia alla “Taverna del Gufo” (dove il concittadino Renzo Arbore mosse i suoi primi passi) sia in piazze pubbliche come Cagnano Varano e Monte S.Angelo.
Nel 1985 Vladimir si trasferisce a Roma. Comincia la sua attività a Roma in vari locali (Piper, Parco del Turismo) e nell’87 incide un brano da lui scritto “Der Traurige” nella compilation “Hey Roma!” (Klang Records). Il 5 marzo 1993 diventa direttore artistico del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli” e organizza MUCCASSASSINA, la festa alternativa più famosa in Italia. E’ ospite in vari locali in tutta Italia, canta in vari eventi: Festa dell’Unità di Roma, Civita Castellana e Terni (estate ’93), in piazza S.Carlo a Torino (maggio 96), alla rassegna “Fuori di Testa” all’Air Terminal di Roma (luglio 96), canta “Omosessualità” al Sistina di Roma con Elio e le Storie Tese (9 nov 96) , all’Ospedale Spallanzani di Roma (dic 96), al Cutugno di Napoli (dic 98) e a Pordenone (nov. 2000) per la Giornata Mondiale della lotta all’Aids, al centro sociale “Inmensa” di Genova (giugno 97), in varie edizioni de “I solisti del teatro” ai Giardini della Filarmonica di Roma, con la Legambiente all’ “Aqua” di Numana (AN), a Villa Miami di Roma, al “Grand Charity Gala” a Londra (giugno 99), allo Stadio S.Paolo di Napoli (luglio 2000). E’ organizzatore e performer di tutti i “Gay Pride” dal 1994 fino al World Gay Pride Roma 2000.
Dopo il 2000, l'impegno artistico e culturale di Vladimir si rivolge soprattutto al teatro, all'informazione e alla pubblicistica.
E' protagonista di uno degli spettacoli più applauditi: "My name is Silvia", che porta in scena la storia e la vita di Silvia Baraldini. Al teatro Argentina recita Tondelli, è protagonista in "Male di Luna". L'impegno di Vladimir non tralascia il gusto per un teatro anche allegro e divertente: nell'ottobre 2003 recita insieme a Andrea Giuliani nella commedia "Che fine ha fatto Cenerentola?", il "One drag show" prosegue il suo tour e sbarca allo Zelig di Milano. A partire dal 2003, Vladimir inizia a condurre le due fortunatissime trasmissioni radiofoniche su Radio Capital: "Cuore e Luxuria" e "Luxuria si sveglia a mezzanotte", nell'ambito della quale organizza il primo festival canoro gay, lesbico e trans: il Gayfestival.
Madrina delle più importanti manifestazioni glbt, dal Mister Gay al Festival del Cinema Gay di Torino, Vladimir non tralascia il suo impegno per i diritti civili e di cittadinanza delle persone omosessuali, impegnandosi in prima persona nei Gay Pride e sostenendo la campagna per il riconoscimento delle Unioni civili.
Questa sua sensibilità sociale porta Vladimir a collaborare con importati giornali e riviste, spaziando dalla cultura, alla politica, al costume, in una visione sempre originale e coraggiosa.
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LUCCIOLE Chi vuole spegnerle?di Vladimir Luxuria
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La prostituta come “etero-convertitore” oppure come “misuratrice di virilità”, missionarie per debellare a pagamento il pagano vizio dell’omosessualità. Sto rileggendo con grande interesse“Prostituzione, dal Diritto ai Diritti” di Roberta Sapio (Leoncavallo Libri) per il quale scriverò una introduzione per la riedizione.
Fino al XVI secolo la prostituzione era più che tollerata come “male minore e necessario” per la salvaguardia della famiglia intesa come matrimonio riproduttore, meno peggio che masturbarsi o fare sesso con una persona dello stesso sesso.
Lo storico Jacques Le Goff pone l’accento sul fatto che la stessa Chiesa (basandosi sul pensiero di Agostino e Tommaso) condannava la lussuria ma tollerava il meretricio.
Nell’Italia anni ’50 erano addirittura i padri a celebrare il rito di iniziazione dei figli adolescenti che si “sverginavano” con le Mamma Roma, magari sotto l’arco dell’Acquedotto romano nel quartiere Mandrione tanto caro a Pasolini: ancora oggi ci sono tracce di carta da parati con cui le prostitute, spesso ragazze di provincia, personalizzavano i luoghi del consumo sessuale.
I ragazzi gay o chi soffriva di impotenza spesso pregavano in lacrime la prostituta di non essere “sputtanati” e quasi sempre con benevolenza (e perché comunque era pagata lo stesso e chissenefrega anzi uno sforzo in meno!) non usciva fuori dalla baracca il flop e la mancata dimostrazione di maschia virilità. Più tragicamente nei campi di concentramento i medici nazisti costringevano i “triangoli rosa”, ovvero gli omosessuali internati, ad avere rapporti con prostitute come terapia.
Rispetto al passato oggi la prostituzione non è più declinabile solo al femminile biologico ma è sempre più ampia l’offerta di transgender e uomini di piacere, i cosiddetti “gigolò” o “rent-boys”, ma mai nessuno oserebbe proporre a eterosessuali omofobi di guarire da questo disturbo psichico provando il piacere omo o transessuale obbligandoli a un rapporto sessuale.
Non siamo vendicativi né ci interessa la nemesi storica.
Nel 1500 la sifilide terrorizza la popolazione, le nazioni si incolpano l’una con l’altra sulla provenienza geografica del male: “morbo gallico”, “male italiano” o “mal portoghese”. Particolarmente irrigidita contro la Riforma luterana anche la Chiesa cattolica esprime la sua teoria: la sifilide ha un’origine extraterrestre, è il “castigo divino” che si evita solo con la castità.
Interessante notare certe similitudini con quanto è avvenuto con la comparsa dell’ Aids! Da questo momento in poi uno tzunami moraleggiante e bigotto travolgerà le prostitute con una serie di provvedimenti: espulsioni, schedature, ricovero coatto negli Ospedali degli Incurabili, uffici di decoro pubblico.Il primo provvedimento unitario italiano si ebbe nel 1857, un decreto ministeriale di 98 articoli, il
Regolamento Cavour: sorveglianza con agenti di polizia dei costumi, registrazione come prostitute pubbliche o patentate che non consentiva la prostituzione part-time e temporanea, visita medica obbligatoria.
Ad appoggiare tali norme saranno i regolamentaristi, contrari gli abolizionisti, la Chiesa da allora fino a Don Benzi oggi propone il proibizionismo tout-court. Gli abolizionisti chiedevano la chiusura dei “sifilicomi”, ospedali che spesso onfinavano con il carcere, le sezioni femminili delle organizzazioni operaie richiamavano lo sfruttamento proletario.
Nel dibattito odierno ritorna l’ipotesi delle case chiuse, chiuse per davvero dalla legge Merlin che il prossimo anno compie 50 anni.
Chi soffre di nostalgia soffre soprattutto di ignoranza su quello che effettivamente avveniva in questi bordelli: i talent-scout, all’epoca definiti “ collocatori ” organizzavano il reclutamento e le tournée delle proprie “artiste” marchiate da un nome d’arte che rivelava la propria specialità, ad esempio “Bocca di fata” non era una virtuosa cantante ma una ragazza obbligata a due bordelli al mese, a dare la metà del compenso al tenutario, il resto un po’ per lei e una percentuale al collocatore; la donna non aveva il diritto di rifiutare il cliente ma doveva subirlo, a differenza delle lucciole che lavorano oggi con coscienza e rifiutano clienti sotto l’effetto di droga o alcol, uomini aggressivi o cafoni o chi chiede di farlo senza protezione.
“Bocca di fata”era obbligata a visite vaginali a gambe divaricate, solo le donne… non certo si costringevano a essere esaminati i clienti maschi!
Il dottore era il “tubista” e se la donna risultava o era solo sospettata di malattie doveva interrompere le performance senza nessun ammortizzatore sociale, senza assistenza economica, della serie “se ti ammali ti butto via”. La legge Merlin contiene principi e norme tuttora validi ma è insufficiente a regolamentare il
fenomeno. Lo sfruttamento della prostituzione, trarre lucro sul corpo delle altre, indurre o costringere una persona con violenza, minaccia, inganno, in stato di infermità o minoranza psichica, se chi lo fa è un parente, se il fatto è commesso ai danni di una persona tossicodipendente prevede il raddoppio della pena all’articolo 4 della. C’è un paradosso sulla questione della parentela: lo status giuridico di “prossimo congiunto” dal quale sono esclusi i conviventi. La mancanza di un riconoscimento giuridico sulle coppie conviventi da un lato scagiona dal raddoppio della pena per favoreggiamento, dall’altro condanna un convivente e qualsiasi persona che beneficia dei soldi ottenuti con il lavoro sessuale: convivente o qualsiasi altro sconosciuto per la legge attuale pari cosa sono e dunque potrebbe essere incolpato come un tassista che accompagna la lavoratrice sul luogo di lavoro.
In altre parole chiunque abbia a che fare con una lucciola può incorrere nel reato di
favoreggiamento e sfruttamento.
I limiti della legge Merlin sono nella contraddizione tra la giusta protezione dallo sfruttamento e la condanna del lenocinio, dal racket e la tratta dello scafista albanese di oggi come il magnaccia di ieri, ma non contiene nessuna tutela per la dignità delle “sex-worker”, sia chi esercita full-time sia chi esercita solo per un breve periodo di tempo, favorendone purtroppo lo stigma, la ricattabilità, la
criminalizzazione, l’emarginazione sociale.
La prostituzione non è reato ,ma non puoi farlo in casa, in un ambiente pubblico, non puoi pubblicizzare la tua attività in maniera esplicita ma sotto forma di massaggiatrice su quotidiani a pagamento, non puoi farlo in macchina perché ti sospendono la patente perché anche il veicolo è mezzo di adescamento e se non sei residente rischi il foglio di via.
Tutti i provvedimenti dei sindaci dei vari schieramenti sulle multe alle lucciole (alle quali consigliola contestazione), le multe sfascia-famiglia a casa dei clienti, l’applicazione del regio decreto del 1931 a Montesilvano per mascheramento alle trans (come se essere trans equivalesse a calarsi un passamontagna per non farsi riconoscere!) è un chiaro abuso interpretativo…c’è un clima repressivo
che va ben oltre la giusta battaglia contro la tratta e la prostituzione minorile! C’è poi chi, come il vice-sindaco di Milano De Corato e non solo, vuole vietare la prostituzione sulla strada tout-court contro qualsiasi ipotesi di “zonizzazione” sperimentata con successo a Mestre.
Le multe sono state definite da Piero Ostellino sul Corriere della Sera come “sviamento di potere” per un fine costituzionalmente non consentito che rischia di sconfinare nel reato di “abuso di ufficio”, articolo 323 del Codice penale, in quanto “arreca un danno ingiusto”.
Contemporaneamente si rende impossibile il lavoro in casa e in via Sammartini a Milano si confiscano gli appartamenti dove lavorano transessuali migranti nonostante i proprietari dei locali erano stati precedentemente assolti dall’accusa di sfruttamento perché gli affitti richiesti erano in linea con quelli di mercato (500-700 euro al mese) senza ulteriore lucro sull’attività scolta in casa.
Anche il portiere dello stabile è stato assolto dall’accusa di raccogliere materialmente gli affitti. Multe, telecamere, invasione nella privacy sui dati sensibili, impossibilità di mini-cooperative di mutuo-aiuto di sex-worker, non riconoscimento di status di lavoratrice…una società che sempre più
con propaganda si scaglia sugli ultimi per nascondere i veri problemi del Paese e l’ipocrisia sessuofoba.
Bisogna resistere e reagire: “sebben che siamo lucciole paura non abbiamo!”.

E' in libreria il nuovo libro di Vladimir Luxuria, transessuale, attrice e soprattutto parlamentare che racconta la sua esperienza prima dell'impegno in politica quando organizzava le serate dello storico locale romano Muccassassina.
In Chi ha paura della Muccassassina? Vladimir Luxuria racconta il mondo sommerso prorompente della diversità, di un mondo vicino ma che tanti, troppi, tendono a ghettizzare. "Door queen", così ama definirsi Luxuria nel descrivere il suo lavoro al Muccassassina sostenendo che " volte le parole inglesi funzionano come vaselina per edulcorare la fregatura:job on call sembra gradevole e moderno, lavoro a chiamata è precario e schiavista": teneva cioè fuori quelli che avrebbero voluto essere dentro solo per il gusto di provocare quando invece, dentro il Muccassassina, circolavano personaggi insospettabili, gli stessi che sono pronti a mettere alla sbarra quelli che considerano "diversi".

Nel libro Luxuria racconta dell'uso di droghe: Lsd ("ho rischiato il delirio, di rimanerci fregata con la testa. Vedevo demoni dappertutto"), pasticche di ecstasy, cocaina che non sono altro, dice, "il segnale che Dio ti manda per farti capire che stai facendo troppi soldi".Ma i capitoli autobiografici si alternano sapientemente a quelli di cultura raccontando l´origine delle tarantate, il malocchio, il jazz, l'ermafroditismo, la storia della biancheria intima, i transgender.
Vladimir Luxuria descrive il dentro e il fuori della discoteca come "il palco usato per essere scalfito dai tacchi di una drag queen o per urlare il nostro animalismo, il nostro orgoglio, il nostro pacifismo". Nel libro si parla di Pippo Baudo che intervista RuPaul, le Porompompero che cantano I will survive e Fuxia, oggi assistente parlamentare di Luxuria; ma anche le fag hag, le omosorelle, donne etero che frequentano quasi esclusivamente gay. E si parla di politica, di incontri che ti cambiano la vita (come quello con Silvia Baraldini e con la famiglia di un malato terminale). Si racconta la vita, quella vita considerata da molti particolare ma che appare in tutta la sua normalità, svelando un sommerso che pochi immaginano ma che esiste e resiste.